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"Un grande vino nasce in vigna. In cantina possiamo solo valorizzarlo. Il nostro patrimonio è dunque in questa terra. Una ricchezza in termini di biodiversità che dobbiamo proteggere nel tempo, in quanto custodi di questi suoli. Per questo motivo abbiamo scelto la viticoltura biologica certificata: un approccio più consapevole volto al rispetto dell'equilibrio tra i vari ecosistemi e a tutela degli organismi che li vivono."
Metodo Ca’ del Bosco significa prestare attenzione a ogni dettaglio. In vendemmia ogni gesto è decisivo.
L’uva è trasportata in piccole cassette per evitare ogni rischio di schiacciamento.
Dopo la raccolta a mano, procediamo a un raffreddamento in cella per pressatura a bassa temperatura.
Tutti i grappoli vengono attentamente selezionati manualmente: solo da uve sane si possono ottenere grandi vini.
La pressatura dei grappoli interi, a bassa pressione, segue il frazionamento del mosto in tre qualità. La vinificazione dei mosti di prima qualità è fatta per singola vigna, affinché l’espressione del territorio sia compiuta.
Le “terme degli acini”: un esclusivo sistema di lavaggio e asciugatura delle uve attivo dalla vendemmia 2008 per eliminare dal grappolo microrganismi indesiderati, polveri sottili e residui dei trattamenti agricoli.
Dalla pressatura di queste uve, nascono vini più puri, intensi e dotati della massima espressione aromatica.
Grazie a questo processo, il potenziale dei suoli e il carattere delle uve vengono così esaltati, restituendo uno stile riconoscibile e fedele al terroir.
Un punto fermo del Metodo Ca’ del Bosco. Una scelta all'avanguardia votata alla qualità e al piacere di bere sano.
Siamo stati i primi a utilizzare una speciale macchina tappatrice, ideata direttamente da noi e brevettata nel novembre 2005, che elimina l'ossigeno prima della tappatura.
Effettuando il dégorgement in assenza di ossigeno possiamo ulteriormente ridurre la presenza di solfiti. Uno degli aspetti a cui teniamo di più e che rende i nostri Franciacorta più sani, più longevi.
Il Metodo Ca’ del Bosco prevede un utilizzo ridotto dell'anidride solforosa.
Dal 2012 su ciascuna retro-etichetta riportiamo la concentrazione esatta dei solfiti presenti nella bottiglia. Mediamente inferiori ai 60 milligrammi/litro: un terzo rispetto alla soglia massima consentita.
Non c’è alcuna formula magica dietro a tutto questo: è il risultato di una serie di scelte che all'unisono contribuiscono a rendere i nostri vini riconoscibili grazie alla loro identità ben definita.