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Perdiarubia

“La tradizione non consiste nel mantenere le ceneri ma nel tenere viva una fiamma. Jean Léon Jaurès ne ha fatto una bandiera del suo pensiero e noi una colonna portante della nostra vita e del nostro lavoro”. A parlare è Mario Mereu anima e volto della cantina Tenute Perda Rubia, un pezzo di tradizione dell’Ogliastra, della Sardegna e del vino italiano dall’importante valore storico. E sentimentale. Perché poche aziende possono vantare un legame ininterrotto con la propria terra lungo più di 70 anni e tre generazioni. 
Perda Rubia, nasce infatti nel lontano 1945, con gli echi della guerra che ancora si potevano sentire lungo il nostro Paese e il boom economico decisamente di là da venire. Negli stessi mesi, negli stessi tempi, il comm. Mario Mereu, nonno di chi attualmente è al timone dell’azienda, decide con coraggio di investire. Nella sua terra e in una delle sue tradizioni più antiche: il Cannonau. Tra i vitigni più importanti dell’Isola, è coltivato in Ogliastra da secoli. Una scelta forse azzardata, sicuramente innovativa e di rottura, che come tutte le rivoluzioni fatte con il cuore ha portato i suoi frutti. La prima vendemmia arriva nel 1949 e fin da subito il vino prodotto nella storica cantina di Talana si fa apprezzare dentro e fuori i confini sardi. Tanto che negli anni riceve riconoscimenti importanti, come l’inserimento ne “Vino al vino - alla ricerca di vini Genuini. Il terzo viaggio” di Mario Soldati, che definisce Mereu “un artigiano puro che utilizza metodi moderni”, per un Cannonau che si può “definire una Perla”. 
Un’azienda che come un gioiello di famiglia passa di padre in figlio, da Mario a Renato, nel 1971. Con l’arrivo in cantina del figlio del commendatore arrivano anche nuovi vigneti e l’azienda comincia a crescere. Rimanendo però fedele a sé stessa. Lontano dalle tecniche più aggressive della viticoltura, Renato continua nella strada artigianale in cui il padre tanto aveva creduto. Il Perda Rubia diventa un vino da Cannonau in purezza, coltivato a “piede franco”. 
Un contatto diretto con la terra, un metodo antico, atavico, coraggioso. E romantico.

 

 

Oggi gli ettari di proprietà dell’azienda sono 600, di cui ben 20 vitati e i restanti dedicati a raccontare la tradizione di olivicoltura, selvicoltura e coltura dei cereali antichi. Tutti in regime biologico, per raccontare la Sardegna e la sua terra senza additivi, senza intralci, senza filtri. Un risultato ottenuto anche grazie al lavoro della terza generazione della famiglia Mereu, oggi al timone dell’azienda dal 2014, anno in cui l’azienda raggiunge l’assetto attuale, con la nuova cantina e l’affascinante spazio dedicato all’accoglienza. Mario, che porta il nome del nonno, negli ultimi anni si è impegnato in un’importante opera di rilancio dell’attività di famiglia, senza mai dimenticare il focus: raccontare il vino in maniera diretta, artigianale, contemporanea. Nasce così Naniha, un’etichetta che porta con sé l’obiettivo di presentare il Cannonau “in purezza” sui nuovi mercati tradizionali, che va ad affiancare Perda Rubia in un duo incredibile. Chiude la trilogia dei vini dell’azienda il Lanùra, il volto candido e luminoso del vino sardo. 
Storia, tradizione, ma anche e soprattutto contemporaneità e capacità di aggiornarsi senza sconfessare il passato. In due parole: Perda Rubia.

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