Ximénez-Spínola è un'azienda a conduzione familiare con l'ambizione di crescere in termini di qualità e prestigio piuttosto che in volumi di produzione. Per questo, per poter garantire la qualità e la stagionatura dei prodotti, tutta la produzione è limitata e numerata e ogni bottiglia è un "pezzo unico".
La storia:
Durante il regno di Carlo I di Spagna e V di Germania, alcuni contadini provenienti dalle rive del Reno furono reclutati per accompagnare l'imperatore nel suo viaggio di ritorno in Spagna, dopo la sua proclamazione del 1519. Sembra che tra questi soldati di ventura si trovasse il viticoltore Peter Siemens, che trasportò dei semi di un'uva fino a quel momento sconosciuta nella Penisola Iberica simile alle varietà "Riesling".
Nel corso degli anni, furono i viticultori delle zone di Jerez e Montilla, istruiti nella coltivazione di questa nuova uva dagli importatori originari, ad assumere maggior protagonismo. La qualità dei vini che si ricavavano da queste vigne crebbe parallelamente alla fama del suo precursore, tanto che quando il loro nome si fece popolare si deformò foneticamente: "Peter" divenne "Pedro" e "Siemens" si trasformò in "Ximénez".
Nella vigna e nella cantina di Phelipe Antonio Zarzana Spínola, predecessore dell'azienda che nel 1729 aveva iniziato l'attività di esportatore, le prime testimonianze scritte sulla coltivazione ed elaborazione di questa varietà di uva risalgono al 1752. Con il passare degli anni, "Ximénez- Spínola" ha rinunciato a commercializzare i vini ricavati da altre tipologie di uva per specializzarsi nella vendita in edizioni limitate della varietà Pedro Ximénez, invecchiato seguendo processi di selezione naturale.
Il Pedro Ximénez deve essere servito ad una temperatura di circa 14°. Una volta versato è opportuno aerare il bicchiere per poter apprezzare appieno la complessità aromatica e la pienezza organolettica dei profumi. Si osserverà come gli aromi torrefatti si integrano pienamente con il ricordo delle uve passite. In bocca si mostrerà intensamente dolce e vellutato,con una sottile nota amara propria degli anni trascorsi a contatto con il legno. Anche se è comune l'abbinamento come vino da dolce, con i primi sorsi andrebbe degustato da solo per poterne apprezzare la pienezza senza alterare il bouquet. L'esperienza sarà gradita, persistente e difficile da dimenticare. Se conservato adeguatamente, questo vino può mantenere intatte le sue caratteristiche per molti anni, addirittura per decenni.
Il processo:
Pedro Ximénez è una varietà di uva bianca adattata alle condizioni climatologiche e di coltivazione del Sud della Spagna. Presenta un grappolo semirigido, la sua buccia è liscia e poco pigmentata. Il color mogano di questo vino si ottiene, in parte, attraverso l'appassimento per l'esposizione al sole, definito "soleo", e in parte, per l'ossidazione nella botte. La disidratazione naturale aumenta in termini relativi non solo il volume degli zuccheri ma anche quello degli acidi e dei sali minerali: ciò fa sì che, pur presentando un'alta densità naturale, il vino che si ottiene con il passare degli anni non risulti pesante al palato.
Una volta giunto in cantina il vino inizia a sviluppare una "vita propria" grazie al sistema di criaderas y solera caratteristico del territorio di Jerez. Questo particolare metodo di invecchiamento consiste in un continuo "blend" di vini di diverse età che scendono lungo i livelli della struttura "a scaloni" nella quale sono disposte le botti. Qui, solo il tempo ha il potere di decidere quali sono i vini che raggiungono poco a poco i livelli di maggiore stagionatura e qualità. Una volta raggiunto il livello più vicino al suolo, la solera, il Comitato di Degustazione e di Selezione sceglie i vini che si distingueranno con il marchio "Ximénez-Spínola".
Il rovere:
L'invecchiamento non si produce per macerazione in legno ma per l'ossidazione attraverso i pori del rovere. È necessario che ogni botte sia stata protagonista di varie vendemmie con fermentazione tumultuosa e che abbia vissuto varie fasi di affinamento di vini meno delicati; in questo modo avrà esaurito i "tannini" delle sue doghe e avrà raggiunto il livello di consunzione che le permette di convertirsi in una delle 234 botti numerate della cantina. Per quanto possibile si cerca di evitare che il legno disequilibri l'armonia del vino perché un'eccessiva astringenza nei vini dolci passiti ne esagera la concentrazione e la pesantezza,